Molti di noi appassionati segugisti, hanno seguito le orme dei genitori o parenti fin da bambini, accompagnandoli durante le uscite con i Segugi, altri sono approdati nel nostro mondo dopo aver svolto altre forme di caccia, magari con i cani da ferma o dalla caccia alla selvaggina migratoria.
Per quanto mi riguarda, ho seguito da piccolo mio zio che cacciava con 2 segugi, che oggi potrebbero essere classificati come Segugi dell’Appennino.
Ho posseduto anche dei setter, per la caccia della beccaccia, ma da più di 35 anni caccio solo con i cani da seguita.
Mi piacciono tutte le cacce coi segugi, ma quella che mi affascina di più è quella alla lepre, per le difficoltà che devono superare i cani e per le emozioni che si provano nel vedere l’impegno dei Segugi nel trovare e rincorrere il mitico folletto!
Ho cercato di valutare il livello di passione che provo per la caccia con i cani da seguita e mi sono accorto che dopo circa 50 anni non è
mai diminuito, anzi, aumentato, mantenendo un posto importante e di primo piano tra le cose che mi gratificano. Solo l’idea di dovermene privare mi rattrista e mi deprime. Per questo mi sento in dovere di proteggere questa mia passione il più possibile dagli attacchi di chi non la conosce e di chi vorrebbe addirittura cancellarla.
Concordo, però, con il presidente dei Cacciatori francesi Willy Schraen, quando sostiene che “tutte le cacce vanno in primis spiegate e poi difese”.
Per la conoscenza del mondo reale venatorio ed in particolare per quello che riguarda i cani da seguita, cercheremo di aggiungere su questo sito tanti chiarimenti.
Infatti, uno degli intenti è quello di divulgare correttamente le notizie inerenti la nostra passione, tentare di correggere eventuali comportamenti non in linea con l’etica venatoria, per essere sempre meno attaccabili da coloro che non vorrebbero ammettere la nostra esistenza.
Di tanto in tanto mi chiedo cosa possa fare affinché la caccia con i cani da seguita mi accompagni fino a quando avrò la forza di seguirli. La prima risposta che mi viene è sempre la stessa, impegnarmi per salvaguardare i selvatici che intendo cacciare ed il loro territorio. Invito che rivolgo a tutti gli appassionati di Segugi.
Come lo posso fare?
Regolando i prelievi fino a farli diventare compatibili a garantire una buona presenza sul territorio per il perpetuarsi delle varie specie. Inutile costruirsi alibi quali:
1) “se il selvatico non lo prendo io, tanto lo prende qualcun altro”,
2) “prelevare è importante per i cani”,
3) finiti i prelievi nella zona principale in cui si caccia, si va nelle zone degli altri, che magari hanno risparmiato gli animali per la riproduzione,
4) seguire i cani con il fucile imbracciato, tentando di sparare ad ogni animale che parte davanti i cani,
5) non rispettare i territori in cui cacciano gli altri.
Tutti alibi facilmente smontabili!
Rispettare il territorio, come?
1) Collaborare con gli agricoltori per risolvere i loro problemi di eventuali danni causati dalla fauna;
2) grazie alla conoscenza dei territori collaborare con le istituzioni ogni qual volta ce ne sia bisogno;
3) preventivare delle giornate ecologiche per rimuovere eventuali rifiuti abbandonati nei posti in cui ci rechiamo solitamente per cacciare;
4) non abbandonare rifiuti di alcun genere, nemmeno una carta;
5) denunciare alle autorità eventuali illeciti ambientali commessi nel territorio.
E se qualcuno di voi vuole aggiungerne altri, provvederò ad aggiornare l’elenco.
Bisognerà impegnarsi per ottenere un livello di formazione culturale basato sull’etica e la deontologia venatoria per essere credibili agli occhi delle controparti per arrivare come dicono gli amici francesi ad “amare la caccia per i cani, non i cani per la caccia”.
Quando verso la fine degli anni ‘80 diminuirono le lepri in molti territori francesi, alcuni illuminati cominciarono a cacciare senza fucile; alcuni di loro prelevavano una o due lepri all’apertura della caccia per utilizzarle magari ad una cena con amici appassionati dei Segugi e per il resto dell’annata venatoria uscivano solamente con i cani pagando, sempre comunque, la quota della licenza di caccia. In quegli anni ero un giovane con una mentalità completamente diversa da ora, amavo i cani per la caccia, ed ero certo che senza prelievi avrebbero smesso di cacciare. Non è stato così, vi posso dire con certezza che tutt’oggi conosco tanti che cacciano da più di 40 anni con immutata passione per i cani da seguita, ma senza fucile. La caccia con i cani da seguita senza fucile è diventata contagiosa, ormai sono tanti in Francia coloro che la praticano.
La passione per i segugi implica il rispetto per i cani, per gli altri cacciatori, per il territorio e per il selvatico cacciato.
Chi non è appassionato, ma è un mero predatore può solamente accelerare la distruzione di questo nostro meraviglioso mondo!
Vincenzo Ferrara x Segugi.net
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