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Immagine del redattoreVincenzo Ferrara

Demotivazione e Disaggregazione

Alcuni passi delle opere del filosofo Umberto Galimberti, che gentilmente mi ha inviato un mio caro amico, mi invitano a trasmettervi alcune considerazioni importanti per la nostra amata attività: " Un professore se non sa comunicare, non sa affascinare, può fare il professore per quarant’anni per demotivare classi e classi di studenti. E la demotivazione è l’anticamera della depressione. Hanno una responsabilità pazzesca questi professori: bisogna che se ne rendano conto.”

Solo con una comunicazione tecnica frutto di grande preparazione e conoscenza, coinvolgente e ricca di contenuti comprensibili dai potenziali fruitori, può condurre ad uno sviluppo o, quantomeno, ad un mantenimento di un’idea, una passione, una tradizione, un’attività ricreativa duratura, una difesa di qualcosa che è diventata difficile da sostenere. Nel nostro caso sapete bene quante complicazioni minacciano la caccia e in particolare quella con i Segugi. Poniamoci sempre davanti l’obiettivo principale da perseguire: la difesa della cinofilia venatoria e della caccia. Vi sembrerebbe giusto che lasciassimo distruggere un’attività collegata all’uomo da millenni? Se i dirigenti continuano a perseguire la strada del non ascolto degli attori coinvolti in prima persona, i cacciatori, come avviene nelle associazioni venatorie e cinofile, la fine delle stesse sarà segnata. L’attuale politica non aspetta altro, dice di dialogare con le parti, ma in effetti ascolta solo i vertici, che spesso riferiscono quello che personalmente ritengono di riferire. Ancor più grave diventa quando i referenti dei politici sono i propri amici, tecnicamente poco qualificati, che influenzano decisioni che nuocciono alla caccia. La persistenza a tutti i costi al comando di associazioni che navigano in un mare agitato, come nel caso di quelle venatorie, cinofilo-venatorie, non hanno possibilità di ottenere risultati positivi, in special modo se a dirigerle ci sono soggetti impreparati, demotivati o addirittura appagati da risultati risibili.

Il cambiamento è sempre positivo, può perdere nelle prime fasi di apprendimento delle proprie possibilità, ma poi se possiede le idee, la conoscenza e la competenza riuscendo a trovare le risorse ed il sostegno dei soci, può generare un miglioramento tangibile che fa avanzare e sviluppare l’attività stessa. Quello che noto, mio malgrado, e che si vuole portare la caccia ed il mondo che la circonda verso un’attività professionale, dove il cacciatore diventa un impiegato che, volontariamente, elimina le eccedenze di fauna considerata dannosa all’ agricoltura. E tanti sparatori, mimetizzati in mezzo a noi, accettano di buon grado di prestarsi per questi compiti, senza accorgersi che così facendo distruggono la caccia stessa. Come ho detto altre volte, gli attacchi alla caccia avvengono sempre dai lati e mai direttamente, dicasi referendum, limitazioni di ogni genere, disinteresse, idee alla moda, ecc. Ma quando chi ci dovrebbe difendere e tutelare non ne ha le capacità e le motivazioni o addirittura diventa connivente con coloro che in fondo sono contrari alla nostra amata attività, il futuro è segnato!

Oltre alla demotivazione, l’altro aspetto aggravante per il mondo cinofilo venatorio è la disaggregazione. Tra di noi cacciatori molte posizioni disaggreganti provocano seri problemi alla sopravvivenza stessa di queste attività.

C’è chi dice che il cinghiale ha rovinato la caccia e chi l’ha salvata, chi sostiene che i cani disturbano la selvaggina, chi vorrebbe tutto il territorio per sé, chi vorrebbe cacciare tutto e sempre, chi è a favore della caccia di selezione e chi contro, chi sostiene un’associazione venatoria e chi è contro. Si potrebbe scrivere un elenco interminabile di diatribe, che purtroppo finiscono nelle sedi meno opportune, davanti ai politici che tante volte grazie alle divisioni, imperano!

E noi cosa facciamo per invertire questa tendenza, prima di pretendere che gli altri ci difendano?

Quanto scrivo dovrebbe far riflettere e reagire tutti coloro che vorrebbero continuare a praticare la caccia e la cinofilia venatoria. La demotivazione evidente e la disaggregazione associate al tira a campare portano esclusivamente alla depressione e di conseguenza alla distruzione di un bene, il nostro!!

Vincenzo Ferrara x www.segugi.net

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