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Gestione del Capriolo, interessante dato fornito dall'OFB

Da 44 anni esiste in Francia la gestione controllata del capriolo, e di tutti gli ungulati presenti in Francia, con norme specifiche per il contenimento della specie dovuto ai danni arrecati all’agricoltura (vigneti e colture sensibili) e alla silvicoltura (ricrescita dei boschi e delle foreste) ed agli incidenti stradali. A differenza dell’Italia tutti i dati statistici ufficiali sono correttamente pubblicati dall’OFB dello stato francese sui siti accessibili ad ogni persona che volesse accedervi. In questo caso si riferiscono alla specie capriolo, con la raccolta dei braccialetti assegnati per la gestione e realizzati con l’uso dei cani da seguita solo con munizioni spezzate. Neanche la pandemia è riuscita a fermare le istituzioni ed i cacciatori che hanno dovuto effettuare le battute con i Segugi per prelevare gli eccessi di popolazione di caprioli; infatti, anche i cacciatori addetti al contenimento dei caprioli erano compresi tra quelli autorizzati a violare il rientro a casa per le 18.00 (come previsto in Francia), poiché, oltre al prelievo, dovevano assolvere alle operazioni di recupero delle carni. Anche quest’anno i numeri sono imponenti, ne sono stati prelevati circa 600000, tutti con i cani da seguita. Perplesso, di fronte ai dati dell’OFB, istituzione statale francese che si occupa della biodiversità, mi chiedo, invece, da dove derivino le tesi dei nostri faunisti che sostengono che così si destrutturano i nuclei di caprioli, a quale riferimento scientifico facevano riferimento per mantenere in piedi molte delle loro tesi “fantasiose”. 44 anni di dati concreti realizzati, Quali popolazioni di capriolo sono state destrutturate, visto che da 44 anni si continuano a cacciare solamente con i cani da seguita? In Italia si persevera con una gestione basata sull’improvvisazione, con compensi economici ai tecnici equiparati a quelli di veri professionisti che però non hanno mai dato alcun risultato tangibile, le istituzioni si fidano di chi si è appropriato del nostro territorio con la letteratura scientifica di tipo “disneyana”. Ed intanto i danni economici derivanti dagli eccessi di ungulati selvatici nelle nostre regioni aumentano ed addirittura in tanti vorrebbero addossare le colpe di tale fallimenti ai cacciatori, fino a che punto si potrà sopportare un’imposizione di questa levatura?


“Dato pubblicato sul sito OFB della Francia in data 20 aprile 2020”

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