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Le difficoltà del Segugio da Cinghiale

Aggiornamento: 14 mag 2022

Da tempo mi ero proposto di affrontare questo argomento che interessa tanti possessori di Segugi da Cinghiale.

Questo articolo è diretto a coloro che ambiscono a possedere dei cani di qualità venatoria eccelsa e un po’ meno a coloro che sono interessati solamente al numero di cinghiali abbattuti.

Innanzitutto, bisogna tener presente che se vengono sciolti più cani nella stessa zona di caccia le difficoltà aumentano notevolmente sia per il cane e sia per chi tenta di valutarlo.

Tra le difficoltà più frequenti che incontrano i Segugi da cinghiale, è quella che si verifica quando nella zona di caccia è presente un numero elevato di cinghiali, ma anche di cervidi e volpi.

E allora sarà fondamentale che il Segugio sia ben dressato sul cinghiale così da ignorare la presenza di altri animali.


Se il cane è ben dressato lo si potrà sciogliere direttamente senza operazione di tracciatura preliminare, come avviene nelle prove di lavoro. Consentirà, inoltre, di poter valutare l’azione di cerca del selvatico oggetto della caccia, ma anche la passione per il cinghiale e l’intelligenza, note importantissime per stabilire anche le potenzialità venatorie per l’utilizzo in riproduzione.

Come ben sapete, in alcuni luoghi la presenza dei cinghiali è molto alta e proprio in queste zone le passate sono tante ed il rischio che i cani, una volta sciolti, saltino da una passata all’altra è piuttosto frequente.


Questo scambiare le passate non è importante per molti cacciatori, specialmente per coloro che preferiscono catturare più i cinghiali anziché valutare l’azione dei Segugi.

Molto spesso al mattino, dopo aver tracciato, si portano i cani su un’entrata al bosco dei cinghiali, questo è il momento in cui tanti rimangono delusi. Cani con poca esperienza fremono, sono agitati, non riflettono, ed invece di concentrarsi sull’ emanazione corrono in tutti i versi, meno che in quello giusto.


Poi ci sono i cani paurosi, che attaccano la passata fino alla lestra, ma una volta capito che si tratta di un animale che si difende e che quindi prova a caricarli o addirittura basta che gli soffia contro, abbandonano.

Altra situazione di difficoltà capita quando l’animale cacciato è aggressivo a tal punto di causare al cane lesioni che lo mettono in serie difficoltà fisiche o lo costringono a desistere.

I proprietari, delusi, cominciano a richiamare i cani, oppure, iniziano a dubitare sulla bontà dell’usta!


Se vengono sciolti più cani di diversa caratura, la situazione diventa imbarazzante quando quello valido attacca subito la passata e l’altro fugge via nel bosco.

Basta conoscere i cani superlativi per notare la differenza di atteggiamento; questi, di solito, dopo aver assolto ai bisogni fisiologici, annusano tutti i rametti e le erbe nei pressi dell’entrata al bosco, invece di correre, riflettono sulla bontà dell’usta, magari dimenando la coda. Appena il sentore diventa realista, il cane riflessivo dà voce. Da qui inizia l’accostamento, che lo condurrà alla lestra senza esitazioni.


Non è detto però che quello poco riflessivo, durante il peregrinare nel bosco, si imbatta in un cinghiale e lo insegua fino alle poste. Per molti è sufficiente questo tipo di azione, anzi, per molti conduttori è motivo di vanto!

La prima difficoltà che deve essere affrontata e corretta è il dressaggio sul cinghiale, perché a differenza della caccia alla lepre, l’azione dei cani prevalente è svolta nel bosco, rimessa abituale di caprioli e volpi, che si derubano davanti ai Segugi al loro passaggio. Per i segugi poco dressati, il passaggio su altra specie è quasi di norma.

Esistono giornate di scarso sentore o addirittura nullo. Più evidente in territori aperti con terreni arati, rocciosi o senza vegetazione.


Del cinghiale, comunque presente nel territorio, non ne viene evidenziata la passata da parte dei cani. Spesso questo è dovuto anche all’assenza di sfregamento delle parti odorose presenti sulle gambe e sulle gote del cinghiale alla vegetazione o all’erba.

In questo caso sono avvantaggiati i cani di molta iniziativa, che cacciano solo il cinghiale: li vanno a cercare nelle rimesse, garantendo così la riuscita della giornata.

Altra difficoltà può verificarsi dopo una lunghissima pioggia, magari per la maggior parte della mattinata; gli addetti alla tracciatura non riescono a dare il proprio contributo per il dilavamento delle tracce e alla sciolta, quando buona parte della passata sembra essere scomparsa, molti cani girano a vuoto senza rilevare alcun sentore, ma anche qui si potrà notare la differenza tra un cane mediocre ed uno eccelso. Il secondo, utilizzando l’istinto e l’esperienza, comunque riuscirà ad arrivare a scovare qualche cinghiale. In special modo, se si tratta di un soggetto che conosce il territorio, si allargherà fino a verificare tutte le rimesse da esso memorizzate.


Capita spesso che i molti cinghiali presenti nella battuta compiano più giri nel bosco, una volta mossi da altri cani, lasciando così molte tracce ed incrociando la traccia stessa condotta dal soggetto che stiamo analizzando. Non è difficile assistere al cambio di traccia.

Altra difficoltà frequente è dovuta alla mancanza di allenamento, dopo un’accettabile prima fase di lavoro in questi soggetti subentra la mancanza di fiato e la stanchezza muscolare, fino al collasso per qualcuno. Tutti gli atleti hanno bisogno di un costante apporto di ossigeno e dell’energia muscolare per poter affrontare le difficoltà di questa pesante attività. Infatti, alcun Segugi ad un certo punto, non avendo più le risorse fisiche, smettono di cacciare.


Non dimentichiamo l’apporto calorico necessario da fornire ai Segugi con un’adeguata alimentazione, raggiungibile con una dieta bilanciata agli sforzi fisici che dovranno sostenere, anche per evitare di ritrovarsi dei soggetti così magri da poter essere trafitti da uno spino!

Per tanto bisognerà concedere qualche attenuante per tutte queste difficoltà alle quali va incontro un cane da cinghiale. Ricordiamoci che ogni soggetto predilige una delle varie fasi della cacciata, anche se le svolgerà tutte.


I soggetti eccelsi, completi e specialisti in tutte le fasi della caccia al cinghiale sono e saranno sempre pochi, se non rari!

Il desiderio di un vero cinofilo che caccia il cinghiale è quello di cercare di comprendere il più possibile come è stata svolta l’azione da parte dei Segugi analizzati, vorrà confrontarsi con i colleghi intenditori presenti.

Infine, ricordiamoci sempre che un lavoro così lungo, rischioso, pieno di difficoltà e duro, quale quello svolto da un cane da cinghiale, non è paragonabile a quello svolto in nessun’altra disciplina cinofila.



Vincenzo Ferrara x Segugi.net

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